venerdì 13 luglio 2012

Come sono stati utilizzati i fondi per raccolti per i terremotati dell'Abruzzo.

Nelle ultime settimane, proprio in concomitanza con il moltiplicarsi delle iniziative di solidarietà per le popolazioni colpite dal terremoto in Emilia, in rete è montata una polemica circa l'utilizzo dei fondi raccolti in occasione del terremoto in Abruzzo del 2009.

Sostengono i numerosi contestatori che i fondi allora raccolti, 5 milioni di euro, non sono serviti per acquistare beni e servizi da destinare ai terremotati, ma sono stati impiegati come fondo di garanzia per facilitare l'erogazione di prestiti bancari a condizioni molto vantaggiose, a favore delle attività economiche in quegli sfortunati territori. Nessuna donazione quindi, come ci si attendeva da parte dei generosi contributori, ma prestiti da rimborsare.

In effetti, basta andare a consultare il sito del Consorzio Etimos, che gestisce l'iniziativa, per rendersi conto, da un lato della sostanziale veridicità delle notizie contenute nelle "accuse", dall'altro della rispettabilità soggetto interessati.

E allora ? Va tutto bene così ?

Non del tutto, tanto è vero che in seguito alle polemiche, qualche giorno fa il Consorzio ha pubblicato un comunicato con informazioni di dettaglio proprio allo scopo di rispondere alle questioni rimaste aperte e dissipare ogni ulteriore dubbio.

In particolare il Consorzio ha messo in evidenza:
- che i 5 miliardi destinati a questo progetto, cosiddetto di "microcredito", sono solo una parte dei complessivi 68 miliardi raccolti dalla Protezione Civile;
- che il ricorso, per un parte del totale dei fondi raccolti, a questa forma di microcredito rappresenta uno stimolo all'imprenditorialità, un'iniezione di fiducia, e consente di attivare finanziamenti bancari per un ammontare pari a circa 10 volte i fondi raccolti per il progetto;
- che, una volta che ogni prestito viene restituito, i fondi così disimpegnati possono essere utilizzati come garanzia per altri successivi prestiti;
- infine, cosa ancora ancora più importante, che allo scadere dei 9 anni stabiliti per il progetto nel suo complesso, i fondi, al netto di quelli che dovessero essere stati utilizzati per fronteggiare eventuali mancati pagamenti, saranno restituiti alla Regione Abruzzo.

Questi chiarimenti sono proprio benvenuti, e rassicurano circa la bontà dell'iniziativa e la buonafede delle istituzioni coinvolte. Rimane a mio giudizio un solo rammarico: sarebbe stato molto meglio essere così chiari fin dal momento della campagna di sottoscrizione iniziale.

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